Allora, per propagare una pianta, verrebbe da dire, bisogna seminarla; e il concetto in sè è giusto. Ma se quello che noi vogliamo propagare non ci basta sia una pianta di quella determinata specie, ma una pianta di quella specie con quelle precise caratteristiche, allora magari ci serve di andare oltre la semina, chè la riproduzione sessuale, lo abbiamo imparato sulle nostre spalle, non crea figli identici ai genitori. Quello che fa al caso nostro è un clone.
E’ così che si propagano gli alberi da frutto, per quella sorta di clonazione che da millenni viene praticata sotto il nome di innesto. Oggi innestiamo a spacco il pesco.
Le marze andrebbero colte dalla pianta madre in inverno pieno, quando la pianta è ancora ben ferma (luna crescente di gennaio) e conservate in maniera da non seccarsi, in cantina, in una busta sotto terra… io le avvolgo in scottex, le spruzzo d’acqua, le metto in una busta di plastica bucata e le conservo in frigo nello scomparto delle verdure. L’innesto si fa con la luna calante quando la pianta madre ormai sta quasi muovendo, diciamo febbraio-marzo, dipende dalla zona e dall’annata. Queste marze sono di una pesca mediana, che matura in agosto, ce le ha date Umberto, un collega di lavoro. Gli avevo chiesto delle tardive, lui ne ha che vengono in ottobre, ma m’ha portato queste che dice che son più buone e non ha voluto sentire ragioni. Vabbè. E anche delle pesche a pasta rossa che c’ha dato l’amico Gianpaolo.
Abbiamo tre belle piante di pesco nate da seme, hanno già un paio d’anni, le abbiamo sradicate e disposte in bella posa per la foto e l’operazione. A destra un pero innestato l’anno scorso con successo.
Qui sul cavalletto abbiamo gli attrezzi del mestiere, le marze conservate nel sacchetto di plastica, le forbici da pota, il rotolo di rafia, il portainnesto opportunamente spuntato, il coltello da innesto Victorinox comprato quest’estate in Puglia (al suo primo utilizzo).
Come dice giustamente Ste, se avete forbici diverse da queste buttatele.
Quindi si fa un taglio verticale sul portinnesto, e si sagoma una marza di due-tre gemme con l’estremità inferiore a cuneo (a forma di cuneo, se si fosse trattato della città avrei usato la maiuscola):
e si inserisce la marza nello spacco:
Non dite niente dell’immagine sfocata, lo so già da me di fare schifo come fotografo. Potrei dire che sto migliorando, ma sarebbe una pietosa bugia.
Quando si inserisce la marza bisogna far attenzione a che coincidano le zone cambiali, che si trovano subito al di sotto del’epidermide; quindi in pratica la corteccia del portinnesto e quella della marza devono coincidere, con buona approssimazione; questa coincidenza sarà tipicamente da un lato solo, a meno che marza e portinnesto non abbiano lo stesso diametro. Se il diametro del portinnesto è molto più grande di quello della marza si possono anche inserire due marze nello stesso spacco.
Di seguito i tre innesti fasciati con rafia:
La fasciatura serve a stringere il tutto, per rendere più stabile l’innesto e per migliorare il contatto delle suddette zone cambiali. A questo punto l’innesto è fatto, non ci resta che immasticarlo, cioè ricoprire le ferite con l’apposito mastice per evitare la perdita d’acqua per evaporazione e la trasmissione di malattie, e trapiantarlo in terra o, come in questo caso, in vaso.
Andrea scripsit.
Mi sento di dover apportare dei contributi al lettore.
Si può fare attenzione al verso in cui andiamo a dare lo spacco al portainnesto. I venti che metterebbero a repentaglio il giovane innesto tirano da sud e da nord, conviene dunque orientare lo spacco in modo da contrastare questo pericolo. Vale a dire perpendicolarmente ai punti cardinali sopra citati. In questo modo avremo gli spacchi laterali orientati rispettivamente a est e a ovest.
Inoltre suggerisco di avere cura di controllare periodicamente lo stato del mastice attorno all’ innesto. Nel caso in cui risultasse necessario apporre ulteriore mastice, ponendo sempre attenzione a non soffocare le gemme.
In ultimo ricordo all’autore che il Victorinox è stato acquistato a Gennaio a Noicattaro (Ba) ridente paese agricolo, fra gli specializzati nella prodizione di uva da tavola.
Ancora una volta le risorse pugliesi risultano essere ricchezze per il resto del mondo!
Peccato che Victorinox sia una marca Svizzera..
Andrea scripsit.
Tutto ben fatto e ben spiegato. Il coltello è fra i migliori da me usuto. Per la forbice la ragione non sta tutta dalla parte di “ste” ( ottimo sito, gran intenditore). Per la vigna le forbici tipo Felco, sono da preferire.
Faccio parecchi innesti ( a livello amatoriale) ogni anno e vorrei provare ad innestare a spacco inglese un giovane ulivi cresciuto nella nuorse mia ( copiato concetto da “ste”). Sai darmi qualche ragguaglio.
Non ho mai fatto un innesto su un olivo, nè ho mai fatto un innesto a spacco inglese. So che si usano per lo più sulla vite, ho conosciuto persone che lo praticano con successo anche sulle rosacee, ma non ho esperienze di prima mano da offrire…
Le forbici “da vigna” io le uso solo in raccolta e per tagliare i rami di salice per i canestri e le legature… e per lo più per non rovinare le altre…
Andrea scripsit.
Io ho fatto un innesto a triangolo su di un pesco selvatico . Speriamo che il tutto funzioni e poi ho fatto diversi innesti a spacco sulle viti. Tra un mese vedremo i risultati.Complimenti per il tuo sito Ciao
[…] Innesto a spacco […]
gradirei conoscere se va mettere della sabbia attorno allinnesto per mantenbere umidita al nesto grazie
no…la sabbia diventa un problema a lungo andare…normalmente l’innesto a spacco viene effettuato in tutto il periodo di ripresa vegetativa, fino alla fine della fase di allungamento delle gemme…dopodiche l’innesto ha bisogno di molta tranquillità per attecchire, molto tempo…spesso i primi caldi, che soprattutto in questi ultimi anni sono davvero anomali, surriscaldano la sabbia, lasciata li per mantenere umidita, col risultato inverso, di cuocere letteralmente le zone cambiali e l’eventuale giovane callo che si viene a formare. Il mio consiglio per avere una buona percentuale di attecchimento è di cominciare innanzitutto con una specie semplice tipo il ciliegio,riempire gli spazi di spacco lasciati vuoti con pezzi di legno della stessa pianta, tagliati a misura e fatti a cuneo, ricoprire tutto con un abbondante strato di cera d’api, che a differenza dei mastici commerciali non crea nessun ostacolo alla proliferazione del callo, e staccare un pezzo di corteccia abbastanza grande per coprire lo spacco verso l’esterno. poi legare stretto con la rafia.
questo in linea generale…per fare qualcosa di più in specie in cui l’attecchimento è più difficile…tipo l’olivo…puoi coprire le marze appena innestate con un sacchetto di carta(tipo carta del pane) e sopra puoi applicare un sacchetto di carta, legando il tutto in maniera nn decisa al ramo. Ogni tre giorni gli fai avere un’ora d’aria, per quindici giorni…dopo quindici giorni potrai togliere il sacchetto di plastica…e lasciare quello di carta, controllando periodicamente l’eventuale attecchimento. Tenere il sacchetto di carta per altri quindici giorni. Dopo questi intervalli di tempo con questa tecnica il 90% degli innesti parte.
amici, io faccio così: a gennaio taglio le marze, le avvolgo nella carta paglia e le sotterro nell’orto a 50 cm di profondità. Dal 20 al 30 marzo (alto lazio) faccio l’innesto a spacco mettendo due o tre volte in bocca la marza per rendere costante la propria umidità, procedo inserendo la marza così come giustamente fate voi ma dopo aver apposto la marza applico ben bene il mastice professionale da innesti sul taglio, sulla parte esterna dell’innesto, e tutto intorno, poi procedo con il nastro isolante da elettrecista tenendolo sempre ben teso per stringere linnesto. Con un pennelletto ripasso sul nastro isolante altro mastice allungato con po di acqua tiepida e poi questo è il mio segreto “…copro l’innesto con un cappuccio di carta paglia a cui pratico con le forbici quattro fori ai quattro lati per ragioni di luce e di aria. Il cappuccio protegge l’innesto dai venti, dalla brina di aprile che da questi parti è sempre una spada di damocle, dal sole troppo caldo e così via. Insomma questo cappuccio è utile e sembra funzionare.” Si controlla almeno una volta ogni quindici giorni l’andamento dell’innesto sino ai primi di maggio quando è ora di allentare la legatura per evitare strozzamenti. I primi di giugno si possono togliere il cappuccio e la legatura. Se l’attecchimento è ancora troppo fresco rifasciate l’innesto questa volta con la raffia e seguitelo per tutta l’estate sino a quando è tutto OK.
Il trattamento con appositi prodotti ramati è sempre utile e consigliabile ma deve essere leggero e non troppo concentrato.
Amici un caro saluto renato
Alto lazio? Siamo vicini di casa…
Andrea scripsit.
andrea, visto che siamo vicini, visti che condividiamo la nostra grande passione, chaimami o scrivemi
renato 3465244173
napolierre@gmail.com
Amici tenetevi forti, oggi vi faccio cadere dalla sedia. Vi parlerò dell’innesto del PERO sulla QUERCIA. Avete letto bene, l’innesto del perso sulla quercia.
Vi scrivo dall’alto Lazio e da queste parti le marze si tagliano a gennaio e si mettono sotto la sabbia asciutta in fondo alla cantina. Alcuni le infilano nella patata e le ricoprono di sabbia asciutta e le custodiscono in fondo alla cantina. Io preferisco avvolgerle nella carta paglia e ricoprirle di sabbia asciutta. Attenzione, la sabbia deve essere asciutta questo significa che si fa asciugare in estate e poi si custodisce in un grosso recipiente nel garage o altro locale asciutto.
Come per tutti gli altri innesti a spacco da queste parti si fanno dal 20 febbraio al 20 marzo preferibilmente quando è luna piena.
Prima dell’innesto le marze si mettono con le punte a bagno per 2-3 ore per farle rinvenire. La giornata deve essere senza vento.
Ritorniamo ora alla quercia, la pianta da innestare. Deve essere una pianta giovane, bella liscia grande quanto un pollice insomma 3-4 max 5 cm. Io la sradico un anno prima e il secondo anno la innesto. I primi di marzo faccio l’innesto e dopo due, tre anni, abbiamo i primi frutti vale a dire le prime pere. E qui viene il bello perchè queste pere sono bellissime ma immangiabili, senza sapore e soprattutto dure come sassi. Allora anche Voi, come me, vi chiederete, a che serve innestare il pero sulla quercia se poi ricaviamo pere immangiabili? ecco il bello!!!!!!!!! a febbraio, marzo dell’anno dopo, INNESTIAMO PER LA SECONDA VOLTA IL GIOVANE PERO. Il terzo anno inizierà la vera vita del nostro giovane pero che inizierà a darci frutti belli, buoni, sani. Il contadino, mio vicino, che mia ha trasmesso questa tecnica, ha un pero che avrà 20 anni ed è di una bellezza unica, pianta forte, in piena vegetazione, pulita, senza problemi. Cosa ne dite?????? io non ho mai letto un libro, un manuale o altro testo, che descrivesse di questa possibilità. Amici se questa “tecnica” vi interessa chiamatemi, stiamo parlando di un innesto unico, straordinario, eccezionale. Renato 3465244173. Mail: napolierreògmail.com
Sto cercando almeno una pianta di pesche a pasta rossa, dove posso rivolgermi?
Ho il ricordo di queste meravigliose pesche che erano nel campo coltivato dai miei genitori negli anni ’60 sulle colline nei dintorni di Firenze.
La mia è più una richiesta d’informazione che un commento all’argomento, non sono esperta da poterne dare ma mi piacerebbe poter imparare.
Ingegnoli ha una “sanguigne de savoie” in catalogo, ma non è propriamente economico.
Io ho una varietà di pesco a pasta rossa che mi ha dato un amico, l’ho innestata e ha preso, ma anni fa chiamai un giardiniere per tagliare l’erba (io ero fuori per un periodo e a mia madre la situazione era sfuggita di controllo) e me l’ha scorticata col decespugliatore… ancora campa, ma a stento… ogni anno provo a reinnestarla ma non ho più avuto la fortuna del primo anno…
Se ti ricordi a contattarmi in inverno vediamo come fare per fartene avere qualche marza… di dove sei?
Andrea scripsit.
Grazie di avermi dato la possibilita di commentare. gradirei gentilmente se mi spiegate come si innesta una vite da tavola e il periodo che si puo fare tale intervento grazie anticipatamente per la VS risposta
molto bello io ho 12 anni e so innestare molto bene la vite e gli agrumi possiedo molti terreni di agrumi mi sto insegnando a potare
io gli innesti su pesco li faccio a gennaio a coronalego con o scotch e poi con un sacchetto di plastica oggi ho controllato i miei innesti del mandoro e hanno avuto un buon risultato
avendo una pianticella gia scavata si puo inestare e ripiantare appena inestata puo riprendere la sua crescita , vi saluto e vi rinzrazio di tutto
ciao, è possibile innestare in questo mese di dicembre un citrus? grazie.wadi
amici, un caro saluto a tutti ed eccoci di nuovo in tempo di innesti a spacco.
Nello scorso mese di gennaio ho tagliato i pupi di pesche tardive (fine settempre-metà ottobre) conosciute quì in provincia di Viterbo come la pesca viterbese tardiva, li ho messi sotto la sabbia di fiume e con la luna nuova di marzo, dall’8 al 15, andrò ad innestare queste pesche sul porta innesto francese che ho ho messo a dimora due anni fa. Quando tirerò fuori dalla sabbia i pupi, ne farò un mazzetto, li legherò, e li terrò, in posizione verticale, a bagno in 3-4 cm. di acqua per circa 3 ore in modo che possano rigenerarsi dal lungo letargo invernale. I coltelli e la segna debbono essere ben affilati e ricordarsi sempre di tenere il pupo in bocca in modo de tenerlo bello umido. Per il resto mi sembra che non vi siano altri accorgimenti particiolari se non quello di coprire l’innesto con un cappuccio di carta come ho già consigliato nel post pubblicato il 9 aprile dell’anno scorso. Quest’anno oltre alle pesche innesterò due o tre ciliegi selvatici, le mele selvatiche, prugne selvatiche. Debbo confessarVi che risultati strepitosi li da il pescho innestato sul prugno selavatico. Ne ho fatto sei e sono presi tutti e sei con una forza straordinaria. Non se avevo mai fatti ma sono rimasto sbalordito. Se avete occasione provate.Le prugne spontanee o come diciamo noi, selvatiche, sono piante molto resistenti, rustiche, non soffrono la siccitàe non necessitano di particolari trattamenti. A proposito di trattamenti io (uso il pomarsol della Bayer) ne ho fatti uno a novembre 2011, uno a gennaio 2012, ne farò uno
domani 27 febbraio, poi quando le piante avranno i boccioli ancora chiusi usando il pomarsol più un insetticida e poi un’altro quando cadranno i petali dei fiori. Quando ci saranno i frutti piccoli e le foglioline tenere, farò un trattamento leggero sempre a base di pomarsol e poi basta. Se tutto andrà bene non farò altri trattamenti salvo eventuali piogge ripetute e abbondanti.
Un caro saluto
Renato
Hanno attecchito? Non mi pare che lo spacco funzioni sul pesco. So che il pesco si innesta in primavera a triangolo ma con basso successo e ad agosto a gemma dormiente con alta probabilita’ di successo.
Buongiorno.
Avrei qualche domanda da porvi.
Devo innestare Pero su Cotogno, I piccoli cotogni da hanno le gemme che si stanno già schiudendo, mentre gli altri peri dai quali ho prelevato le marze hai primi di Febbraio, sono ancora in letargo e non mostrano alcun gonfiore di gemma, devo procedere iin fretta all’innesto?
Inoltre, è consigliabile innestare dopo abbondanti piogge?
Grazie.
orazio o letto ora il messaggio credo che gia hai innesytato e gia somo alti i germogli del nesto vero.
Cari amici ho da dirvi ed vi consiglio fare su qualsiasi pianta l’innesto a doppio spacco inglese pratico questo da piu’ di quarant’anni e non avrete nessuna fallanza e’ una tradizione di Famiglia e mi piacerebbe divulgarla
Ciao a tutti. Devo innestare un pesco selvatico di circa 4 anni con delle marze provenienti da peschi comperati di 3 anni che hanno fatto dei frutti magnifici.
E’ corretto quanto scrivo ?
Le marze che prelevo, sono quelle provenienti da rami di 1 anno.
Le innesto sul pesco sevatico su rami di 1 anno o anche su quelli più grossi di 3 o 4 anni?
Grazie. Giorgio
SI PUO” INNESTARE UNA PIANTA DA FRUTTO IN UNA PIANTA ORNAMENTALE?